Biblioteca - Sede | Inventario | Collocazione | Copie | Disponibilità | Servizi |
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CIR-42342
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AU 833.91 ZWE
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IVR-154264
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Generazione Unimarc in corso
Amok è la prima delle opere di Stefan Zweig (1881-1942) che Adelphi ripubblica in lingua italiana. La novella apparve nel 1922 come feuilletton nella "Neue Freie Presse", prestigioso quotidiano viennese che aveva contribuito al definitivo lancio del giovane Zweig nel 1902. Uscito in Italia nel 1930 presso Sperling & Kupfer, il testo venne dimenticato fino al 1992, quando Frassinelli lo ripropose nella bella traduzione di Emilio Picco. Ora ci si augura che finalmente Zweig possa godere di una riscoperta vera e propria, visto che Adelphi annuncia la riedizione di altre opere significative. Scrittore di rango europeo, grazie ai suoi valori pacifisti e al suo anelito di fratellanza tra le culture tedesca e francese, Zweig è in Francia "uno dei due o tre scrittori di lingua tedesca mai dimenticati", tanto da aver meritato nel 2003 un busto commissionato dalla presidenza del senato, collocato accanto a quelli di Verlaine e Stendhal nei giardini del Luxembourg. Il titolo originale di questo libro è Der A mokläufer: "amok" è un termine di origine malese tuttora di uso comune nella lingua tedesca per designare comportamenti dettati da un improvviso, irrefrenabile raptus. A un simile incontrollabile impulso soggiace il protagonista della novella, un medico tedesco che, dopo aver tentato di rifarsi una vita nelle Indie olandesi, non riesce a sottrarsi alla passione divorante per una giovane donna inglese, di cui causerà indirettamente la morte. Il narratore, nel quale riconosciamo lo stesso Zweig, quando afferma che "le situazioni psicologiche misteriose esercitano su di lui un fascino addirittura sconvolgente", ne riferisce il tormentato racconto, raccolto nel corso del lungo viaggio in nave che riporterà in Europa i suoi personaggi principali, comprese le spoglie della giovane inglese. La novella è ambientata nel 1912, l'anno in cui il naufragio del Titanic anticiperà il vicino crollo di tutte le infondate speranze del "mondo di ieri".Giorgio Kurschinski
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