La società vulnerabile : quale sicurezza, quale libertà

Paolo Ceri

2003

Monografia
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Siamo sempre più vulnerabili perché soggetti a una doppia fonte di incertezza: l'incertezza che ci viene dalla precarietà del mercato e l'incertezza che ci viene dalla politica per la sicurezza. In un saggio breve, una riflessione inedita e chiarificatrice sul rapporto tra individuo e potere. A essere in gioco è infatti la libertà perché il potere risiede oggi tanto nella possibilità di decidere la flessibilità altrui, quanto nella possibilità di decidere i modi con cui rendere sicuri gli individui. Questo doppio registro del potere attiva due logiche contraddittorie che mettono a repentaglio sia la globalizzazione che la democrazia. Paolo Ceri è professore ordinario di Sociologia all'Università di Firenze.
Biblioteca - SedeInventarioCollocazioneCopieDisponibilitàServizi
IVR-151536
323.4 CER
Titolo:
La società vulnerabile : quale sicurezza, quale libertà / Paolo Ceri
Autore:
Ceri, Paolo (Autore resp.principale (1))
Descrizione fisica:
Roma ; Bari : G. Laterza, 2003 X, 106 p. ; 18 cm.
Livello bibliografico:
Monografia
Tipo di documento:
Testo a stampa (Moderno)
Paese:
ITALIA
Lingua:
ITALIANO
Data di pubblicazione:
2003
Identificativi:
Locale: IV-171186
Classificazioni:
D14 323.4 - Specifici diritti civili; limitazione e sospensione dei diritti civili
Soggetti:
Libertà <concetto> - Analisi sociologica
Sicurezza - Analisi sociologica
Collana:
Saggi tascabili Laterza. - Roma ; Bari : Laterza in 268
Generazione Unimarc in corso 

Il nostro è "un mondo in cui eventi locali hanno effetti globali e in cui eventi globali hanno effetti locali"; è il mondo della globalizzazione. Questo enorme processo di interdipendenza planetaria riflette il paradosso insito nell'idea di movimento che esso stesso incarna e traduce in fenomeno storico operante. Il movimento di uomini, merci e culture diffonde un senso di libertà ed è segno di una concreta rottura di vincoli oppressivi, di catene sociali e politiche, ma è anche la fonte di insicurezze dovute alla perdita di status, ruoli e orizzonti che, nella loro stabilità, conferivano certezze. Ma sicurezza e libertà sono potenzialmente in un rapporto di proporzionalità inversa, per cui all'aumento dell'una è da temere una probabile diminuzione dell'altra. Ciò è vero soprattutto quando la libertà si esprime nei termini di una maggiore flessibilità del lavoratore, che Ceri opportunamente distingue da quella riferita al lavoro. C'è poi da dire che se il movimento della globalizzazione già di per sé è dissoluzione di certezze, il terrorismo, la criminalità organizzata e l'immigrazione clandestina incontrollata sono fenomeni che associano l'idea di libertà a quella di vulnerabilità che le società occidentali avvertono in modo acuto dopo l'11 settembre 2001. Il rischio insito nell'elogio della libertà intesa come flessibilità e nella sicurezza come garanzia di uno status di cittadino da "primo mondo" è l'espansione di poteri che si concentrano, si accentrano e si rafforzano. Gli interrogativi presenti nel volume sono i seguenti. Fino a che punto la sicurezza è garanzia necessaria di libertà e quand'è che si tramuta in una sua privazione? Oltre quale limite la libertà diventa sradicamento e obbligo al cambiamento? Da leggere le pagine dedicate alla distinzione tra sicurezza negativa e sicurezza positiva, dalle quali si evince la necessità di recuperare il terzo escluso dalla diade libertà-sicurezza: la solidarietà come logica inclusiva.Danilo Breschi
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