"Democrazia e educazione" - pubblicato negli Stati Uniti nel 1916 e in Italia per la prima volta nel 1948 - è un testo che ha un posto centrale nella storia della pedagogia contemporanea. Oggi la filosofia educativa di Dewey - di cui questo volume costituisce la 'summa' - è al centro, negli Stati Uniti e nel mondo, di un rinnovato interesse. A fornire stimoli per la riflessione sono soprattutto alcuni temi toccati da Dewey: la centralità del momento della formazione nella società, i rapporti tra pedagogia e filosofia, la necessità del passaggio da una democrazia rappresentativa e formale ad una democrazia sostanziale. La filosofia esposta in questo libro "collega - scriveva Dewey nella prefazione del 1915 - lo sviluppo della democrazia con quello del metodo sperimentale nelle scienze, con le idee evoluzionistiche nelle scienze biologiche, e con la rioganizzazione industriale, allo scoppo di far notare i cambiamenti che questi rivolgimenti recano con sé nell'oggetto e nel metodo dell'educazione". Il richiamo al 'metodo dell'intellgenza' (contro tutte le forme di irrazionalismo), la polemica costante contro i dualismi (tra i valori e i fatti, tra l'etica e la politica, tra la teoria e la pratica), l'importanza della formazione scientifica costituiscono i cardini dell'educazione 'attiva e progressiva' di Dewey. Come dice Alberto Granese nell'introduzione, "Democrazia e educazione" è il testo "dove più autorevolmente si coniugano i temi della filosofia e della pedagogia non secondo un principio di equidistanza bensì secondo una formula di integrazione": per Dewey la filosofia si pone come una "teoria generale dell'educazione". L'intento è di definire "una filosofia del vivere secondo saggezza, solidarietà e ricerca del bene individuale e collettivo rispetto ad una filosofia della pura dicibilità teorica e della volontà di sapere".