Georges Simenon, con un incipit originale, ci lascia senza fiato e inizia Le sorelle Lacroix in un crescendo di tensione borghese, la stessa che accompagna ogni suo libro. In ogni romanzo del grande scrittore francese, le famiglie sono infatti focolai di malessere e di tensione, in un clima dove l'apparenza vorrebbe essere salvata per una sorta di perbenismo. Pubblicato nel 1937, Le sorelle Lacroix è ancora estremamente attuale e riesce a parlare al cuore del lettore con un linguaggio diretto e tagliente. A Bayeux nel Calvados vivono le sorelle Lacroix, Matilde e Leopoldina, che condividono lo stesso tetto. Matilde ha due figli, Giacomo e Genoveffa, ed è sposata con Emanuele Vernes, un uomo con cui non condivide nulla e che ha sposato per dovere figliare. Leopoldina, detta Poldina, è invece una donna sola con una figlia ormai adolescente e viziata. Anche Poldina aveva un marito, ma per una malattia mentale è stato ricoverato in un sanatorio svizzero e da allora si è persa ogni sua traccia. Una vena di non detti pervade tutta la famiglia e anche i figli di Matilde e Leopoldina respirano falsità e meschinità tanto da voler lasciare la casa in cui vivono. Le sorelle Lacroix ha un crescendo di tensione fino ad arrivare all'epilogo noir tanto atteso in cui riconosciamo la firma inconfondibile di Georges Simenon.