Biblioteca - Sede | Inventario | Collocazione | Note | Copie | Disponibilità | Servizi |
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0CR-81482
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320.5 GIN
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CIR-35621
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IVR-165580
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QUI-4498
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STR-11932
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Generazione Unimarc in corso
È la primavera del 1873. Karl Marx e uno dei più grandi pensatori liberali, John Stuart Mill, si incontrano in una piovosa sera londinese a casa di quest'ultimo, in Victoria Street. I due hanno un fitto colloquio, nel quale mettono a confronto le rispettive visioni in merito a temi come la libertà, la democrazia, il progresso, ciascuno sostenendo il proprio pensiero con profondità di argomentazioni, non avendo timore, però, di riconoscere talvolta le ragioni dell'altro. È questo il punto di partenza, quanto mai intrigante, di questo breve pamphlet di Ginsborg. In realtà, per quanto se ne sa, Marx e Mill non si incontrarono mai. Non si può dire, però, che il dialogo immaginato dall'autore sia interamente un'opera di fantasia. Tutte le affermazioni in esso contenute sono infatti autentiche: Ginsborg non ha fatto che estrapolarle dalle opere dei due grandi, nel tentativo di metterne in evidenza le affinità. È da quella conversazione - tesa appunto a suggerire la possibilità di una sintesi fra il pensiero liberale e quello marxiano-socialista - che l'autore trae il pretesto per affrontare il tema centrale del libro: la crisi della democrazia liberale. Nonostante la larghissima diffusione del sistema rappresentativo, infatti, cresciuta esponenzialmente in seguito alla caduta del muro di Berlino, si sarebbe verificata, nei paesi cosiddetti "occidentali", una vasta disaffezione verso gli istituti democratici, resa manifesta dal calo dell'affluenza alle urne e del tesseramento nei partiti, così come dalla perdita di fiducia nella classe politica e nelle istituzioni da parte di porzioni sempre maggiori della cittadinanza. Tale tendenza, secondo Ginsborg, non sarebbe che il risultato dell'incompiutezza dei sistemi democratici, quando non del loro deterioramento, dovuto a fattori di ordine politico, economico, sociale e culturale. Luca Briatore
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