Bambini nel bosco

Beatrice Masini

2010

Monografia
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C'è un campo, la Base, dove crescono i bambini senza ricordi o memoria. Tra loro c'è un gruppo più vivace, composto da Hana, capo del Guscio, dura e metodica, Dudu, sempre attento e guardingo, Glor, grande e goffo, Cranach, il più lento di tutti, Orla, la più piccola, e infine ZeroSette, l'ultimo arrivato. C'è anche Tom, ma lui appare diverso: si perde in mille pensieri e a volte sente riaffiorare un Coccio, un frammento di vita passata. Un giorno convince i ragazzi a spingersi nel bosco per esplorare il mondo di fuori. Porta con sé un libro di fiabe appena ritrovato, che comincia a leggere ad alta voce suscitando emozioni e curiosità. Ma ben presto nel gruppo si alterneranno rivalità e gelosie, scoperte e amori: tutto seguito da lontano da Jonas, addetto al sistema di controllo del campo, che in realtà ha programmato una fuga. Così, quasi per incanto, quel libro e quella lettura doneranno a ognuno di loro un filo di speranza e gioia. Bambini nel bosco è una storia commovente, sospesa in un limbo spaziale e temporale; è un romanzo poetico, dolente, che scava negli animi dei ragazzi, esplorandone i sentimenti. È un libro per loro, ma anche per gli adulti che li circondano.
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Titolo:
Bambini nel bosco / Beatrice Masini
Autore:
Masini, Beatrice (Autore resp.principale (1))
Pubblicazione:
Roma : Fanucci, 2010
Descrizione fisica:
200 p. ; 22 cm.
Livello bibliografico:
Monografia
Tipo di documento:
Testo a stampa (Moderno)
Paese:
ITALIA
Lingua:
ITALIANO
Data di pubblicazione:
2010
Identificativi:
ISBN (International Standard Book Number): 9788834715628
Locale: FC-252100
Classificazioni:
RN 17 (Classificazione Locale)
Collana:
Tweens. - Roma : Fanucci
Generazione Unimarc in corso 

Ha destato scalpore l'inclusione di un libro per ragazzi fra i dodici prescelti per il Premio Strega, ma Tullio De Mauro ha precisato: "Il regolamento parla genericamente di 'romanzo italiano' e questo lo è. A tutti è sembrato un buon libro ed è un po' una provocazione per dire che non esiste una letteratura per ragazzi come genere minore". Non è senza significato che avvenga nell'"anno rodariano" (chi era quel prof. Grammaticus di cui parlava ironicamente/affettuosamente lo scrittore/poeta?). E infatti il romanzo di Masini - editor della Rizzoli, traduttrice di Rowling e scrittrice per bambini e ragazzi - va giudicato e apprezzato per le sue qualità intrinseche, indipendentemente da etichette.Sostanzialmente è un apologo di tipo fantascientifico, che si inscrive nel filone postapocalittico, da Shiel e London a Dick e Ballard, fino a La strada di McCarthy, accompagnandosi però a un andamento fiabesco. La Base è una sorta di centro di accoglienza per bambini sopravvissuti a un disastro planetario (si intuisce la bomba), telecontrollati e deprivati dei ricordi con medicine; ogni tanto qualcuno viene prelevato dai cosiddetti Coloni o Pionieri alla ricerca dei figli perduti o, si mormora, di "carne fresca", di lavoro a basso costo o per scopi peggiori. Tom, che è torturato da schegge di memoria che affiorano dolorosamente, ha un libro di fiabe che comincia a leggere ad altri, convincendoli a fuggire nel bosco, dove si aggirano bestie mostruose forse frutto di radiazioni o esperimenti malriusciti e dove sopravvivranno ascoltando e rivivendo le storie del libro: i sassolini da seguire, la casetta dei fratellini, il ragazzo senza paura, la capanna che resiste al lupo, fino a inventare una loro storia: i bambini nel bosco. Perché nelle storie i bambini devono cavarsela da soli. "Noi portiamo il fuoco" diceva il figlio nella Strada; i bambini di Masini portano il libro. Le storie possono salvare la vita o almeno dare questa speranza.La tensione cresce via via che ci si avvicina alle ultime pagine, con il ritorno nel campo, la fine dell'esperimento seguito da un controllore sempre più coinvolto e complice, la separazione del gruppo secondo percorsi e destini individuali. "È questa la fine della storia? Ma no, questo è solo l'inizio" - le ultime righe ricordano un altro finale: "Mai lasciarsi spaventare dalla parola fine" di C'era due volte il barone Lamberto. Il romanzo è visionario e ricco di tensione avventurosa, morale e stilistica; la scrittura semplice ma non semplificata, cioè non complessa e non banale, dotata di ritmo, invenzione, capace di emozione visiva e orale (vista anche la nervatura fiabesca). Confermando così le caratteristiche dei migliori libri di Masini, ossia la memoria del perduto o rimosso, il coraggio (non la mancanza di paura, ma la decisione di affrontarla), l'attitudine a calare lo sguardo su emozioni e sentimenti pur dentro l'incalzare dei fatti, dell'azione. Per tuttiFernando Rotondo
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