Biblioteca - Sede | Inventario | Collocazione | Copie | Disponibilità | Servizi |
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CIR-36291
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909 POT
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Generazione Unimarc in corso
La vita e la scrittura di Chaim Potok attraversano il Novecento, sia cronologicamente che logicamente. Poiché di esso, e della sua declinazione ebraica, ne sono uno specchio che ne riflette le immagini, molteplici, e a tratti contraddittorie. Romanziere prolifico e vivacissimo, prima ancora rabbino e ministro di culto, poi pubblicista e scrittore, ha condiviso e raccontato la storia dell'ebraismo americano, rivelandone tensioni interne, dinamiche di relazione e scambio con il melting pot circostante, spinte identitarie e dissolvenze sincretistiche. Potok è uno degli indispensabili anelli di congiunzione tra quella yiddishland che trova nella vecchia Europa orientale sette-ottocentesca le sue ultime radici e la "nuova Gerusalemme" che si organizza tra New York e Los Angeles, cavalcando il mito della nuova frontiera. La sua Storia degli ebrei, significativamente intitolata in inglese Wanderings (nomadi), è per l'appunto un resoconto di movimenti, materiali ma anche simbolici, redatto con l'intento di spiegare agli americani non tanto cosa voglia dire essere ebrei, quanto quel che per questi ultimi significhi l'essere americani. E di come le due cose vivano in un rapporto che rasenta, a tratti, l'osmosi. È ricostruzione attiva di una tradizione, compiuta con l'estro narrativo di un grande affabulatore, capace di cogliere nel particolare la dimensione del generale e viceversa. Quattromila anni di storia in quasi seicento pagine, peraltro, non è scommessa da poco. Nell'intento, mai sottaciuto, lettera dopo lettera, di dedicarsi a una pedagogia civile, consegnata integralmente alla passione della scrittura e all'identificazione con il lettore. Peraltro è lo stesso Potok a essere divenuto parte della storia, che certo descrive, ma nella quale anche si racconta.Claudio Vercelli
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