Novantatré, il romanzo finale e più perfetto della vastissima produzione letteraria di Victor Hugo, conclude il dialogo che lo scrittore aveva intrattenuto per tutta la vita con la Rivoluzione: nuova barbarie o nuova età dell'oro? Alla domanda quest'epos sull'anno del Terrore, il 1793, risponde: è il nuovo mito, destinato quanto prima a tradursi nell'ideologia che conquisterà il mondo. Pubblicato nel 1872, Novantatré non è solo un immenso affresco storico ma anche la storia di tre "caratteri" scolpiti con stupefacente maestria: Lantenac, l'uomo del re e dell'onore antico, Cimourdain, genio austero e implacabile della Rivoluzione, e Gauvain, aristocratico nipote di Lantenac, passato al popolo. Sullo sfondo del grande dramma collettivo e personale, la folla di "coscienze", di "spiriti in preda al vento" che hanno cambiato la Francia e il mondo, veri protagonisti di questa formidabile raffigurazione dalle tinte infuocate, in cui buoni e cattivi, torto e ragione sono mossi da quell'"enigma della storia" che tutti e tutto trascende.