Biblioteca - Sede | Inventario | Collocazione | Copie | Disponibilità | Servizi |
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ALC-481
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945.109 13 BOC
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BOR-17710
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945.109 13 BOC
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CAE-16178
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945.109 13 BOC
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0CR-74089
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945.109 13 BOC
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BGO-2892
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945.130 913 BOC
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FAV-3290
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945.109 13 BOC
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IVR-153399
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945.109 13 BOC
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MAT-22205
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945.109 13 BOC
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PON-21569
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945.109 1 BOC
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RIA-28540
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945.109 13 BOC
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SPA-4815
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945.109 13 BOC
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VAU-3747
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945.109 13 BOC
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Generazione Unimarc in corso
Pubblicato per la prima volta nell'ottobre 1945, questo non è un libro autocelebrativo, la cui genesi sia riconducibile all'entusiasmo successivo alla Liberazione. Furono piuttosto le immani difficoltà della ricostruzione e soprattutto la stanchezza e l'opacità politica di larga parte della società italiana, su cui si stavano infrangendo le aspettative di rinnovamento dei resistenti, a spingere il giovane Bocca a scrivere a caldo della propria esperienza di partigiano. Quasi come avesse inteso, in questo modo, affidare alla carta, prima che si affievolisse del tutto, l'alito vitale di "quel vento gagliardo del Nord" che aveva animato la Resistenza. Al centro della riflessione di Bocca non vi è infatti principalmente la ricostruzione delle vicende delle formazioni del cuneese, di cui aveva fatto parte, ma l'ethos della vita partigiana, rievocato attraverso flashback che danno al libro la sua cifra distintiva. Ciò che interessa a Bocca è testimoniare come le bande partigiane, al di là delle differenti appartenenze politiche, furono uno straordinario laboratorio di democrazia, in cui una generazione di italiani, per lo più giovanissimi, intraprese un percorso di autoliberazione da vent'anni di educazione totalitaria. Legata alla scoperta di una libertà assoluta (dai legami famigliari e sociali) e all'esperienza di una solidarietà opposta alla falsità del cameratismo e del nazionalismo fascisti, la ribellione totale dei partigiani unì ciascuno ai propri compagni d'arme e alle comunità locali investite dalla repressione nazifascista. Sotto questo profilo, l'immagine vivida della Resistenza che questo libro ci restituisce sessant'anni dopo, un'immagine su cui non si è ancora depositata la polvere della retorica, ci permette di misurare quanto sia moralmente e politicamente insostenibile mettere sullo stesso piano gli appartenenti alle formazioni partigiane e i collaborazionisti della Repubblica di Salò.Cesare Panizza
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