Biblioteca - Sede | Inventario | Collocazione | Copie | Disponibilità | Servizi |
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ALB-3785
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894.511 891 MAR
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BOL-6137
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894.511 891 MAR
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CIR-35891
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894.511 391 MAR
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IVR-167911
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894.511 391 MAR
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OGL-5108
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894.511 891 MAR
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RIA-32425
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VAL-6743
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894.511 891 MAR
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Generazione Unimarc in corso
Askenasi è un rispettato e non più giovane professore di filologia che si innamora di una ballerina russa. Abbandona famiglia e lavoro, affronta la disapprovazione sociale e, infine, lascia anche l'amante, consapevole che non è lei la meta della sua ricerca, ma solo un punto di passaggio. Parte per la Grecia cercando la risposta a una domanda che è incapace di formulare, cui né la moglie né la ballerina hanno saputo fornire una risposta. Interrompe il viaggio a Dubrovnik (che negli anni trenta si chiamava Ragusa) in una giornata torrida. Quando una sconosciuta passa nella hall dell'albergo e lo guarda, Askenasi sente che è il momento di compiere il balzo e di cercare quella risposta. Segue la donna in camera, dove la sua visita si trasforma in un omicidio. L'intreccio del romanzo dell'ungherese Sándor Márai, pubblicato nel 1934, è costruito su una serie di flashback che ripercorrono i moti dell'animo del protagonista con una penetrante descrizione psicologica e un'acuta decifrazione dei minimi gesti quotidiani. Gli altri personaggi, invece, appaiono come osservati dall'esterno. Proprio il contrasto tra interno ed esterno, tra sensualità e ragione è il leitmotiv del romanzo. La storia è la ricerca, solo parzialmente riuscita, delle motivazioni profonde della passione, del contrasto tra convenzioni sociali, condizionamenti culturali e spontaneità. Le "gioie simboliche del corpo" additano la possibilità di spingersi dalla superficie della sensualità alla profondità di un segreto, di una "risposta" che non si lascia comprendere, né tradurre nella lingua imperfetta, ma solo vivere. Romanzo godibile per come presenta gli anfratti della psiche scoperti da Freud, in cui risaltano le suggestioni di Robert Musil e di Thomas Mann: la ricerca di una "risposta" impossibile che sfuma nel delitto, congiungendo l'atto dell'amore al gesto che dà la morte; meno felice quando la narrazione diventa rigida e artificiosa e il gioco simbolico si fa scoperto e innaturale. Paolo Euron
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