Biblioteca - Sede | Inventario | Collocazione | Copie | Disponibilità | Servizi |
|
BOG-6215
|
320.5 GIN
|
|
|
|
IVR-157430
|
320.5 GIN
|
|
|
Generazione Unimarc in corso
Partendo dalla propria esperienza diretta nel Laboratorio per la democrazia recentemente sorto a Firenze, nel suo ultimo saggio Paul Ginsborg delinea una panoramica ragionata dei nuovi conflitti sociali e politici presenti nel mondo, aperti o latenti, esaminandone le possibili soluzioni. Riscontra innanzitutto un crescente disagio verso la politica in molti paesi occidentali. La globalizzazione, e in genere le nuove precarietà economiche, hanno prodotto fra i cittadini una sensazione di "urgenza" e "impotenza", una sfiducia non di rado profonda verso le strutture istituzionali e gli stessi meccanismi democratici. Si tende così a sottrarsi dall'agire politico, giudicandolo inutile. Eppure, come dimostrò, secondo Ginsborg, la grande e in buona parte vittoriosa campagna Jubilee 2000 per la cancellazione del debito ai paesi più poveri, anche l'azione individuale è spesso utile, sia per il suo carattere di esemplarità, sia per i risultati che può conseguire, con gli "straordinari effetti cumulativi". Certo, se una priorità dell'oggi consiste proprio nel porre rimedio alla condizione d'estrema indigenza di ampie regioni del mondo, non vanno nemmeno dimenticate le ancora numerose discriminazioni registrabili in tutti i continenti, come quelle di genere (sono ad esempio rarissime le donne ministro, anche in Europa).Ginsborg giunge a scorgere nell'"altruismo" una possibile "base etica della cittadinanza". Del resto, la sensibilizzazione su queste tematiche ha avuto una conseguenza positiva: l'infittirsi dei legami fra economia legale e illegale è, almeno simbolicamente, bilanciato dai passi avanti del commercio equo e solidale, forse dovuti a una reazione all'individualismo montante, fenomeno centrale dell'oggi, in cui si associano istanza liberal-liberistica e tendenza alla disgregazione della società. Nuova stella polare potrebbe allora essere un individualismo neoromantico? Purché si fronteggi anche l'"edonismo immaginativo" promosso dai media, capace di ridurre i consumatori a puri e semplici soggetti desideranti. Tutti fattori che inducono al ripiegamento su se stessi, e compromettono così quella che Ginsborg chiama la "connessione delle famiglie", ossia i rapporti associativi fra i nuclei famigliari all'interno della società civile. Ciò impedisce di risolvere i problemi legati al dialogo politico e alla leadership nelle associazioni che si formano dal basso all'interno delle democrazie. Peraltro, il rapporto fra democrazia e associazionismo non si rivela sempre buono. Quest'ultimo, osserva Ginsborg, non tende forse a svilupparsi sotto le dittature, per spegnersi invece proprio con i regimi democratici? Nella democrazia, istituzioni e partiti tendono sistematicamente a cooptare, corrompere, snaturare queste forze.È sulla base di tali elementi, esposti con rigore, concretezza ed eleganza, che Ginsborg articola nelle ultime pagine una serrata critica al modello neoliberale. Motto, "reinventare il Pubblico" e riscoprire la vera democrazia deliberativa: solo se coinvolto nella gestione dello stato il grosso della popolazione potrà prendere in mano le redini della globalizzazione e legarla saldamente agli interessi comuni.
INDICE